tag:blogger.com,1999:blog-17430923934804967372024-03-08T12:16:24.553+00:00cronache basche euskal kronikak<b>un documentario di angelo miotto e matteo scanni</b>cronache baschehttp://www.blogger.com/profile/15239959071388635077noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-1743092393480496737.post-57266560397992713702007-09-12T23:57:00.000+01:002007-09-13T00:04:40.931+01:00Cronache basche vince il Premio "Enzo Baldoni" 2007<b>Milano, 11 settembre 2007</b> <br /><br /><b>(AGI) </b> - Un reportage sul conflitto basco, realizzato da Angelo Miotto e Matteo Scanni, si e' aggiudicato il primo premio della terza edizione del premio giornalistico Enzo Baldoni. Alla cerimonia, che e' tuttora in corso alla provincia di Milano sono presenti anche i familiari del giornalista ucciso in Iraq nel 2004. In prima fila c'e' la moglie Giusi, con i figli Gabriele e Guido, e il fratello Sandro. A ricordare Baldoni e cio' che rappresenta questo premio ci sono anche il ministro per gli Affari regionali, Linda Lanzillotta, e il console generale degli Stati Uniti a Milano, Rick de Lambert. La giuria del premio presieduta da Severino Salvemini, professore ordinario alla Bocconi e composta da Natalia Aspesi, Maurizio Delpietro, Enrico Deaglio, Antonio Di Bella, Dario Di Vico e Giovanni Morandi, hanno premiato anche, per la sezione 'stampa e agenzie', il giornalista Davide Frattini per gli articoli dal Medio Oriente. Per la sezione 'internet' il premio e' andato a Enrico Piovesana per 'Afghanistan, effetti collaterali', mentre il premio sezione 'fotografia' e' stato assegnato a Loris Savino per i reportage fotografici dal Kenya.<br /><br /><b>(Apcom) </b> - Il primo premio del concorso giornalistico dedicato a Enzo Baldoni, il cronista rapito e ucciso in Iraq nell'agosto del 2004, è stato assegnato a Angelo Miotto e Matteo Scanni, premiati per il documentario televisivo, ancora inedito perché finito a giugno, intitolato "Cronache basche". Il premio sezione stampa è stato consegnato a Davide Frattini per gli articoli dal Medio Oriente pubblicati sul Corriere della Sera. Premiato per la sezione Internet Enrico Piovesana, autore di un servizio sull'Afghanistan pubblicato su www.peacereporter.net. La sezione fotografia è stata vinta da Loris Savino per i reportage dal Kenya. "E' stato così profondamente ingiusto che una vicenda come quella dell'uccisione di Baldoni abbia riguardato proprio un giornalista che era stato profondamente legato a popolazioni così martoriate" ha ricordato Linda Lanzillotta, ministro per gli Affari regionali. Le domande di partecipazione al concorso, che è alla terza edizione, sono state più di cento. "E' un premio giovane che però sta crescendo" ha detto il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati. La giuria, guidata dal professore della Bocconi Severino Salvemini, ha privilegiato i lavori affini allo stile di Baldoni, capace di "scrivere concetti crudi in forma lieve e dissacrante".<br /><br /><b>(Omnimilano)</b> - La giuria del premio giornalistico Enzo Baldoni ha conferito oggi pomeriggio a palazzo Isimbardi il primo premio, sezione radio e televisione, ad Angelo Miotto e Matteo Scanni per il documentario "Cronache basche". "Per l'incisività di un reportage che documenta con immagini e testimonianze un conflitto latente e 'dietro l'angolo', quello basco", si legge nelle motivazioni. Il premio sezione Stampa e agenzie è stato invece assegnato a Davide Frattini per gli articoli dal medio oriente pubblicati sul Corriere della Sera, mentre il premio sezione internet è andato a Enrico Piovesana per "Afghanistan, effetti collaterali", pubblicato su www.peacereporter.net. Vincitore della sezione fotografia, Loris Salvino per i reportage fotografici realizzati in Kenya. Severino Salvemini, ordinario alla Bocconi, l'editorialista de 'la Repubblica' Natalia Aspesi, il direttore de 'Il Giornale' Maurizio Belpietro, quello di Diario Enrico Deaglio, il vicedirettore del Corriere della Sera Dario Di Vico e i direttori di Tg3 e 'il Giorno', Antonio Di Bella e Giovanni Morandi, i giurati del premio. Presenti alla cerimonia di premiazione, condotta dal giornalista Toni Capuozzo, il ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta, il prefetto Gianvalerio Lombardi, il capo della Polizia Municipale Emiliano Bezzon, la famiglia di Enzo Baldoni e il console generale degli Stati Uniti a Milano Rick De Lambert.cronache baschehttp://www.blogger.com/profile/15239959071388635077noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1743092393480496737.post-79987895415947635602007-09-11T11:09:00.000+01:002007-09-12T23:55:02.349+01:00Ritorno al passato<strong>Disattivata un'autobomba dell'ETA a Logroño.</strong><br /><strong>A San Sebastian d</strong><strong>ecine di feriti a una manifestazione per l'amnistia</strong><br /><br /><strong>10 settembre 2007</strong> - Un ritorno al passato. Le ultime ore sono la dimostrazione più tangibile di che cosa abbia significato la rottura del processo di pace e l'incapacità di gran parte della politica spagnola e basca, di riprendere almeno il filo del negoziato politico, mentre la via militare è stata riattivata dall'organizzazione armata. I fatti: l'autobomba. Ieri sera una telefonata anonima al centralino del quotidiano basco Gara. Il telefonista dà le esatte coordinate di un'autobomba , a Logroño, nella calle Antonio Sagastuy, proprio a pochi metri dalla delegacion del ministero della difesa. La polizia si precipita, arrivano gli artificieri. L'ora prevista per il botto, le 23.00, passa senza che accada nulla. Le lancette scorrono fino alle 23.30, quando si verifica una piccola esplosione. E' il detonatore che, però, non ha innescato l'esplosivo. Il quarto attentato di ETA dall'annuncio della rottura della tregua non è riuscito. Questa mattina gli artificieri sono riusciti a rimuovere le sostanze esplodenti. Erano dentro una Ford Fiesta verde, con targhe false. C'erano 80 chilogrammi di esplosivo pronti a saltare. Ma che, fortunatamente, sono rimasti dentro due grandi contenitori, ben saldati alla pavimentazione dell'automobile, con vicino una tanica con cinque litri di benzina. I fatti: la repressione a San Sebastian. Domenica 9 settembre è stata anche la giornata della repressione di una manifestazione convocata a Donosti – San Sebastian - dal movimento pro amnistia. Il governo basco ha inviato fin dalle prime ore della giornata un contingente rinforzato di ertzaintzas, i poliziotti autonomi, in tenuta antisommossa, i passamontagna sotto i caschi rossi, palle di gomma e candelotti lacrimogeni montati sulle canne degli appositi fucili. Quando le prime fila dei manifestanti hanno raggiunto il cordone di polizia è partita la carica. Secondo le cronache del quotidiano Gara gli scontri che sono seguiti nel centro storico della città sono proseguiti almeno qutattro ore. Da una parte i reparti antisommossa, dall'altra giovani incappucciati che lanciavano tutto quello che trovavano, dalle bottiglie di birra alle sedie e tavolini dei caffè che animano le strade del Casco Viejo. Alla fine si sono contati nove arresti, ma il numero dei feriti rimane incerto, anche perché chi rimane ferito nella guerriglia urbana preferisce evitare i centri di soccorso pubblici. Un barelliere della Croce Rossa ha raccontato di essere stato fermato, e in malo modo, dalla polizia, mentre cercava di soccorrere un'anziana di 86 anni, caduta per terra nel corso degli scontri. Fra gli arrestati anche un esponente di rilievo del movimento pro amnistia, Juan Mari Olano. <b>[Angelo Miotto]</b><br /><br /><strong><a href="http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=144&ida=&idt=&idart=8725">ASCOLTA</a><br />L'analisi dello scrittore Giovanni Giacopuzzi</strong>cronache baschehttp://www.blogger.com/profile/15239959071388635077noreply@blogger.com0